In media una donna su dieci sarebbe sterile senza esserlo; la sua sterilità è dovuta a ragioni psicologiche. Dopo una indagine su 150 donne con problemi di fertilità presso l'ospedale di Port Royal di Parigi, Elisabeth Jeronymides ipotizza che circa il 10% delle donne possa avere difficoltà in tal senso a causa di conflitti psicologici. Questa componente psicologica viene in qualche modo confermata anche da Willy Pasini, sessuolo ginevrino, che ha condotto una ricerca analoga in Italia. Anche per Pasini nel 10% dei casi c'è una sterilità psicogena, che deve essere ricondotta a due cause organiche: o il blocco dell'ovulazione dovuto a trauma, o lo spasmo delle tube che impedisce di fatto l'incontro tra spermatozoi e ovulo.
I fattori psicogeni che incidono sulla fertilità potrebbero essere simili a quelli animali, anche se ovviamente molto più complessi: "Molti studi di fisiologia sugli animali dimostrano come l'ansia e il timore hanno un effetto diretto sulla ghiandola ipofisi, con conseguente anovulazione o produzione di follicoli immaturi e quindi non fecondabili. L'ansia e la paura sono spesso legate a disturbi della dinamica dei rapporti sessuali e sembrano provocare una contrazione e spasmo delle vie genitali che ostacolano il percorso degli spermatozoi”.
La non fertilità può essere quindi trattata come disturbo psicosomatico e l’obiettivo dell Psicoterapia sarà il benessere psicofisico della donna, inteso come abbassamento dei livelli di ansia e superamento degli eventuali conflitti legati alle difficoltà di concepimento.
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